martedì 5 agosto 2014
martedì 19 marzo 2013
venerdì 27 luglio 2012
Chiude
Ho deciso di chiudere questo blog perché non rientra più nei miei interessi e ne voglio strutturare uno nuovo in maniera diversa
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Ubicazione:
Savigliano, Savigliano
giovedì 23 febbraio 2012
Vietato su Facebook!
Vi siete mai chiesti come mai su Facebook non ci siano (o spariscono presto) foto pornografiche e affini?
Ho trovato questo articolo tratto da "Il Fatto Quotidiano On-Line" in cui il giornalista spiega molto bene quali sono le regole e chi sono i moderatori che oscurano talune parti.
Buona lettura
Sesso, quello che Facebook non dice:
Foto o contenuto rimosso da Facebook? La logica c’è, anche se non si vede
Le spiegazioni si trovano tutte, fin nei minimi dettagli in un manualetto di sole 13 pagine – ma soggetto, come ci si potrebbe aspettare, a continuo aggiornamento – che rappresenta in sostanza la bibbia del moderatore del social network.
Per esempio, il seno un po’ nudo sì, ma solo fino a che non si vedono i capezzoli (mamme che allattano siete avvertite). Gli animali si possono anche mostrare in accoppiamento, ove colti non loro habitat naturale, ma per il genere umano non sono ammesse né parti intime, né scene esplicite, né alcuni “fluidi”, come urina, feci, vomito, seme e cerume nelle orecchie. Via libera invece per il muco, ritenuto, chissà perché meno offensivo o diversamente schifoso. E poi, sesso nell’arte sì, nudo nei disegni no.
Sì alla marijuana se è solo un simbolo, ma no a scene o oggetti riferito all’uso esplicito di droghe o alcol e con persone in stato di incoscienza, e poi, entrando in zona politically correct, no a insulti razziali o di genere, sempre a patto che non siano fatti in chiave umoristica. Elemento, quest’ultimo, che getta luce su quanto importante sia in effetti il giudizio del moderatore, e quanto sensibile, ad esempio, alle differenze culturali.
Piuttosto strano, sembrerebbe invece, che a fronte della casistica strettissima su sesso e nudo, Facebook dia il via libera al sangue, e perfino allo splatter di corpi o arti massacrati. Sempre che non appaiano gli organi interni, viene precisato nelle linee guida.
E qui viene il sospetto. Intanto proprio su Facebook, democratico e libero quanto si vuole, eppure regolato da norme che non appaiono né indiscutibili, né trasparenti. Il documento, infatti, è emerso non per volontà del social network, ma perché è stato fatto filtrare già la settimana scorsa dal sito americano Gawker.
Amine Derkaoui, 21enne marocchino veniva pagato un dollaro l’ora da una società esterna che offre servizi a Facebook per controllare che foto e contenuti sul social network fossero conformi alle linee guida. Oltre a definirsi “umiliato” per il trattamento economico, una volta fuori dal posto di lavoro Amine si è almeno preso una soddisfazione. Quella di rivelare un segreto che, per quanto “di pulcinella”, Facebook aveva finora ben custodito.
Ho trovato questo articolo tratto da "Il Fatto Quotidiano On-Line" in cui il giornalista spiega molto bene quali sono le regole e chi sono i moderatori che oscurano talune parti.
Buona lettura
Sesso, quello che Facebook non dice:
Foto o contenuto rimosso da Facebook? La logica c’è, anche se non si vede
Le spiegazioni si trovano tutte, fin nei minimi dettagli in un manualetto di sole 13 pagine – ma soggetto, come ci si potrebbe aspettare, a continuo aggiornamento – che rappresenta in sostanza la bibbia del moderatore del social network.
Per esempio, il seno un po’ nudo sì, ma solo fino a che non si vedono i capezzoli (mamme che allattano siete avvertite). Gli animali si possono anche mostrare in accoppiamento, ove colti non loro habitat naturale, ma per il genere umano non sono ammesse né parti intime, né scene esplicite, né alcuni “fluidi”, come urina, feci, vomito, seme e cerume nelle orecchie. Via libera invece per il muco, ritenuto, chissà perché meno offensivo o diversamente schifoso. E poi, sesso nell’arte sì, nudo nei disegni no.
Sì alla marijuana se è solo un simbolo, ma no a scene o oggetti riferito all’uso esplicito di droghe o alcol e con persone in stato di incoscienza, e poi, entrando in zona politically correct, no a insulti razziali o di genere, sempre a patto che non siano fatti in chiave umoristica. Elemento, quest’ultimo, che getta luce su quanto importante sia in effetti il giudizio del moderatore, e quanto sensibile, ad esempio, alle differenze culturali.
Piuttosto strano, sembrerebbe invece, che a fronte della casistica strettissima su sesso e nudo, Facebook dia il via libera al sangue, e perfino allo splatter di corpi o arti massacrati. Sempre che non appaiano gli organi interni, viene precisato nelle linee guida.
E qui viene il sospetto. Intanto proprio su Facebook, democratico e libero quanto si vuole, eppure regolato da norme che non appaiono né indiscutibili, né trasparenti. Il documento, infatti, è emerso non per volontà del social network, ma perché è stato fatto filtrare già la settimana scorsa dal sito americano Gawker.
Amine Derkaoui, 21enne marocchino veniva pagato un dollaro l’ora da una società esterna che offre servizi a Facebook per controllare che foto e contenuti sul social network fossero conformi alle linee guida. Oltre a definirsi “umiliato” per il trattamento economico, una volta fuori dal posto di lavoro Amine si è almeno preso una soddisfazione. Quella di rivelare un segreto che, per quanto “di pulcinella”, Facebook aveva finora ben custodito.
lunedì 20 febbraio 2012
martedì 14 febbraio 2012
Il nuovo protocollo di Bram "BitTorrent" Cohen: "Voglio estinguere la TV" con lo streaming P2P
Dal sito downloadblog.it
Il nuovo protocollo di Bram "BitTorrent" Cohen: "Voglio estinguere la TV" con lo streaming P2P:
Bram Cohen vuole “estinguere” la TV con il peer to peer. L’inventore del BitTorrent, che tanti lutti ha causato alle industrie cinematografiche e musicali, ha presentato a San Francisco il suo nuovo protocollo di trasmissione dei dati, a cui lavora da anni e che è finalizzato al livestreaming in P2P.
Bram ha dovuto iniziare da zero, dato che quando ha per la prima volta esplorato la possibilità di un protocollo in streaming decentralizzato non esisteva nulla del genere. Tutte le soluzioni P2P esistenti, BitTorrent in primis, non consentivano nè il volume nè l’affidabilità sufficienti a trasferire un video senza latenze tremende. Dopo molti sforzi, però, il progetto è arrivato ad un risultato presentabile, anche se non ci sono ancora piani concreti per un’immissione sul mercato (neppure un nome, anche se possiamo chiamarlo Live BitTorrent, sembrerebbe). Idee molto terra terra coinvolgono videoconferenze, live stream di tornei di videogame o persino la trasmissione di concerti ed eventi sportivi più o meno di rilievo. I piani a lungo termine sono sicuramente più ambiziosi, ma la vera miniera d’oro sarebbe un servizio di TV-on-demand.
Cohen non parla di investitori, anche se ci sono già dei partner possibili. Una serie di test sul campo di concerti settimanali è già iniziata, allo scopo di dimostrare le possibilità dello streaming P2P. Se e quando questo standard si dovesse affermare, comunque, saremo noi a casa a guadagnarci. Come qualsiasi network distribuito, più dovesse prendere piede, più sarebbe rapido ed efficiente. Di sicuro questa è una prospettiva attraente, dato che generalmente il problema è contrario, ed il gran volume di richieste tende a rallentare invece che promuovere.
Il nuovo protocollo di Bram "BitTorrent" Cohen: "Voglio estinguere la TV" con lo streaming P2P:
Bram Cohen vuole “estinguere” la TV con il peer to peer. L’inventore del BitTorrent, che tanti lutti ha causato alle industrie cinematografiche e musicali, ha presentato a San Francisco il suo nuovo protocollo di trasmissione dei dati, a cui lavora da anni e che è finalizzato al livestreaming in P2P.
Bram ha dovuto iniziare da zero, dato che quando ha per la prima volta esplorato la possibilità di un protocollo in streaming decentralizzato non esisteva nulla del genere. Tutte le soluzioni P2P esistenti, BitTorrent in primis, non consentivano nè il volume nè l’affidabilità sufficienti a trasferire un video senza latenze tremende. Dopo molti sforzi, però, il progetto è arrivato ad un risultato presentabile, anche se non ci sono ancora piani concreti per un’immissione sul mercato (neppure un nome, anche se possiamo chiamarlo Live BitTorrent, sembrerebbe). Idee molto terra terra coinvolgono videoconferenze, live stream di tornei di videogame o persino la trasmissione di concerti ed eventi sportivi più o meno di rilievo. I piani a lungo termine sono sicuramente più ambiziosi, ma la vera miniera d’oro sarebbe un servizio di TV-on-demand.
Cohen non parla di investitori, anche se ci sono già dei partner possibili. Una serie di test sul campo di concerti settimanali è già iniziata, allo scopo di dimostrare le possibilità dello streaming P2P. Se e quando questo standard si dovesse affermare, comunque, saremo noi a casa a guadagnarci. Come qualsiasi network distribuito, più dovesse prendere piede, più sarebbe rapido ed efficiente. Di sicuro questa è una prospettiva attraente, dato che generalmente il problema è contrario, ed il gran volume di richieste tende a rallentare invece che promuovere.
sabato 4 febbraio 2012
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